giovedì 6 marzo 2014

表面沃尔塔

La prima volta non fu soddisfacente. 
Avvenne quasi per caso, la notte del suo ventunesimo compleanno.  Non aveva mai speso troppi pensieri al riguardo; troppo presa dagli studi, dalla necessità di mettere alla prova le capacità mentali che l'esistenza le aveva fornito per interessarsi ai ragazzi, alle relazioni sociali o al sesso.
Quella sera, festeggiando il loro compleanno insieme, i gemelli Kenzo avevano dato fondo alla scorta di sakè di nonno Hitzugaya, spartendola con gli amici presenti, per lo più appartenenti alla cerchia di Keisuke che, da sempre, era il sole della famiglia. L'accentratore, il sorriso immancabile in ogni circostanza. La persona che tutti cercavano. 
Kasumi non aveva mai bevuto così tanto, prima. In verità non avrebbe nemmeno saputo dire con troppa precisione cosa la spinse a farlo in quella occasione, se non la semplice volontà di sperimentare, una volta soltanto ed in ambiente controllato, la perdita di controllo.
Il gemello le scattò qualche foto per immortalare l'evento, nel solo intento di sorprenderla in atteggiamenti quanto meno insoliti per lei e poterglielo rinfacciare in seguito. Complice l'atmosfera ed una inconsueta propensione alla compagnia, lei non si tirò indietro. Si lasciò fotografare, si mise persino in posa, trovò il modo di sorridere e farsi contagiare dall'energia calda di Keisuke, al punto da lasciarsi coinvolgere persino nelle danze.

Yan Guo. 
Era (ed è ancora) un amico del gemello e discepolo di Hitsugaya, nel dojo di famiglia.
Di poco più grande di loro, frequentava casa Kenzo da così tanto tempo che agli occhi di Kasumi era quasi come un terzo fratello. Forse per questo aveva finto a lungo di non notare come lui la guardasse, o il modo in cui le girava intorno con insistenza nei brevi periodi in cui Lei era a casa, e non in giro per il Core a studiare tra una università e l'altra. Quella sera, quando la invitò a ballare, lo fece con la rassegnazione tipica di chi si attende l'ennesimo "No, grazie" come risposta: lei lo stupì. 
Ad un primo ballo, ne seguì un altro e poi un altro ancora, sino a quando non si ritrovarono soli (il livello di sakè nel suo corpo era tale che non avrebbe saputo dire con certezza come ci fossero arrivati) nella sua camera da letto. Kasumi aveva fuoco liquido nelle vene e si sentiva particolarmente leggera, sciolta come forse mai prima di allora. Brandelli di razionalità ancora presente guidavano i suoi gesti e le parole: voleva mostrargli l'ultima realizzazione olografica, con cui aveva vinto un concorso universitario pochi giorni prima di lasciare Eleria per tornare a casa, in occasione del compleanno.
Lui si sforzò di mostrarsi interessato. Le fece qualche complimento sincero, come sempre ammirato da ciò che la mente di quella ragazza così fragile era in grado di creare; tutta via il suo interesse primario restava Lei, non le sue opere. E su di lei si concentrò, cercando un abbraccio più caldo dei precedenti e proponendole un bacio a fior di labbra, con la cautela che si può usare quando non si ha alcuna certezza della reazione altrui.
Non fu il suo primo bacio, eppure fu il primo in grado di risvegliare qualcosa, dentro di Lei, che fino ad allora era rimasto assopito. Si chiese se fosse colpa del sakè o se fosse, invece, la simmetria dei lineamenti di Yan, ora così vicini da risultare sbiaditi alla vista, a causarle quella sensazione di inusuale piacevolezza. Decise, molto razionalmente, che la questione meritava di essere indagata. L'indagine la portò a sperimentare con lui la perdita della propria verginità, nel corso di quella stessa notte.
Yan fu dolce, rispettoso, probabilmente troppo destabilizzato dall'inaspettata cedevolezza della stessa ragazza che per anni aveva solo guardato, da lontano. L'imbarazzo ed il timore non giocarono a suo favore.
Lei riuscì a trovarlo piacevole solo quando il dolore cominciò ad attenuarsi. A quel punto, però, lui aveva già finito, lasciandola perplessa e ben lontana dall'essere in qualche modo soddisfatta. 
Guardando il soffitto della stanza, illuminato dai colori in movimento dell'holografia ancora attiva, mentre lui si rivestiva si chiese che cosa mai ci trovasse la gente di così speciale, nel sesso. Quella notte, servì a lei per capire che in fondo non le interessava scoprirlo, considerate le premesse. 
A Yan Guo servì per comprendere che non ci sarebbe mai stato altro tra loro.  L'aver stretto fra le braccia il suo sogno l'aveva, in qualche strano modo, sbriciolato. Non era stato in grado di trattarlo nel modo migliore. Forse, semplicemente, non ne aveva i mezzi. Forse Lei non lo aveva permesso. 
Quale che ne fosse stata la causa, scattò tra di loro un tacito accordo: non ne parlarono mai, né tra loro né con altri. 
In seguito, pur continuando a frequentare la sua casa e pur volendole bene, smise di guardarla come fosse l'unico sole in grado di illuminare la sua giornata. 
Non passò molto tempo prima che trovasse una ragazza di cui innamorarsi e dalla quale essere ricambiato.

Kasumi si svegliò il mattino successivo con un solenne mal di testa. Decise in quel frangente che non avrebbe mai più bevuto più di un bicchierino di sakè nel corso della stessa sera.