lunedì 27 gennaio 2014

L1qu1d (1)



E' notte fonda quando il sistema cortex della casa galleggiante rileva un messaggio in entrata.
Il monitor del computer principale sfarfalla e mostra in lettere d'un verde sgargiante le parole che  il sintetizzatore vocale da lei personalmente programmato spande nella stanza, strappandola al sonno con calma ineluttabile.



- z3r0, ci sei?

Ha fatto tardi la notte precedente. I postumi del lungo viaggio uniti alla stanchezza per aver trascorso gran parte della notte in compagnia di Abram Corso la spingono a raggomitolarsi nel caldo piumone grigio. Non risponde, non ancora. Forse, pensa, chiunque sia smetterà di chiamare e si arrenderà al fatto che sto dormendo.
Non è ancora lucida abbastanza da rendersi conto che solo una persona ha i permessi per accedere alla z3r0zone e contattarla a quel modo.

-z3r0? 

Il sintetizzatore vocale non è in grado di rendere le sfumature di delusione e speranza che potrebbero trasmettere le parole seguenti.

-Oh, avanti! A quest'ora sei sveglia. E se non lo eri dovresti ormai esserti svegliata. Lo so che non chiudi mai il programma, o avrei trovato la stanza inaccessibile. [..]  Z3r0? 


Quando i primi barlumi di coscienza riescono a strapparla alla necessità fisica del riposo, quel che si scatena nelle sinapsi è simile ad un incendio cognitivo. La porta a sgranare gli occhi e fissare il soffitto. Le luci del porto filtrano dalla vetrata disegnando sulle pareti spirali d'ombre fluttuanti, mescolate al riverbero verde acido delle parole sullo schermo.

-Mmmmh.

Il programma di sinterizzazione vocale fatica a tradurre in parole scritte per chi sta dall'altra parte quei versi pseudo animaleschi. Ma è abbastanza perché il visitatore si accorga della reazione.

-Oh, finalmente! Stai invecchiando, z3r0? Solitamente non mi lasci in attesa così tanto.

Lei sbuffa da sotto il piumone, spingendosi a strusciare la testa sul cuscino sino ad emergere dal bozzolo con il viso soltanto. Ha richiuso gli occhi, però.

- Solitamente non faccio tardi a bere come stanotte. E tu non mi fai aspettare 8 giorni senza darmi tue notizie.
- Con chi hai bevuto?
- Dove sei stato?
- Ho iniziato io con le domande.
- Quid pro quod, L1qu1d.
- Ok, ok. Ho capito. Il punto è che non posso dirtelo. Mi dispiace, avrei voluto avvisarti ma questa volta il lavoro era grosso e ci hanno messo in silenzio radio fino a task ultimato.

Ascolta attenta, di quando in quando schiudendo le ciglia per sbirciare le lettere verdi comparse sullo schermo. Il respiro regolare  indica una pericolosa inclinazione al sonno, tuttavia pare contenerne il bisogno.

- Ta ma de. E' una noia quando succede. 
- Puoi dirlo, z3r0. Allora, mi hai perdonato?
- Mmh. Don't know yet...un amico di mio fratello.
- Un amico di tuo fratello cosa?
- Fortuna che sono io quella che stava dormendo. Mi hai chiesto con chi avessi bevuto. Questa è la risposta. 
- Quello appena ritornato da...?
- Da non so dove. Sì. Lui.  Ora che ho soddisfatto la tua curiosità, potresti dirmi quale impellente impulso ti ha spinto a cercarmi alle...4 del mattino? Ho una sveglia tra due ore.
- Ti ho cercata appena hanno riattivato le comunicazioni esterne. Pensavo che...
-..che?
- ...che potessi essere in pensiero. 
- Lo ero.
- e infastidita?
- ero anche questo.
- non la sei più?
- a quanto pare non è dipeso da te. Non vedo che utilità avrebbe portare avanti il mio fastidio.
- Bell'uomo?
- Chi?
- L'amico di tuo fratello.
- Non è sgradevole da guardare. Ma perché me lo chiedi? Cerchi un fidanzato?
- Colpito e affondato.
- You deserved it.  Ora posso tornare a dormire?
- Non hai nemmeno detto se sei felice di sentirmi.
- Ti ho risposto. Dovrebbe essere un indizio sufficiente.
- Non cambierai mai?
- Ne dubito. Abbiamo finito? Ho una giornata intensa al lavoro domani e preferirei non essere costretta a coprire sgradevoli occhiaie, che porterebbero ad altrettanto sgradevoli domande riguardo la mia vita privata.
- Not yet. Ti ho chiamata per un'altra questione.
- Ti ci vorrà ancora molto per affrontarla?
- Sto partendo per Capital City.
- Oh, bene. Bon viag...Wait. What?
- Ah ah. Ho la tua attenzione, z3r0?

Quelle poche parole hanno annientato completamente ogni briciola residua di sonno, mettendola sul chi vive. Se fosse un gatto avrebbe le orecchie tese, le vibrisse in agitazione e la coda dritta. Sua maestà Ri, invece, se la dorme profondamente accoccolato ai piedi del letto. Sotto il piumone, naturalmente.

- Shì de.
- Bene, perché ora voglio che mi ascolti. La settimana prossima ricorre un anniversario particolare. E ho deciso che voglio festeggiare l'evento trascorrendo la giornata nello stesso mondo, nella stessa città e possibilmente nella stessa stanza in cui ti trovi tu.
- Non erano questi gli accordi.
- Gli accordi si fanno e si disfano, z3r0. Sono passati dieci anni. Non credi che sia giunto il momento? Io sì. E perché tu sappia che faccio sul serio, ti sto inviando un file. Quando lo aprirai, chiederai a te stessa perché diavolo non lo abbiamo fatto prima. 
- Not so sure about that. Non possiamo riparl...
- Buona notte, z3r0. 

-L1qu1d has left the room.


Non riuscirà più a dormire, gettata in preda ad una sorta di panico emotivo di cui non riesce  a sbrogliare la matassa. 
E quando, diverse ore più tardi, perderà la guerra con se stessa ed aprirà quel file, non potrà fare a meno di ridere, nascondendosi il viso tra le mani.